Gli approcci farmacologici per la cura delle demenze.
Diversificazione degli obiettivi di cura e attenzione alla polifarmacologia. Dalle prime fasi alla gestione nelle RSA.
Durante il 1° Convegno scientifico organizzato da Gruppo Gheron, sono intervenuti illustri relatori, tra cui il Dott. Gianluca Isaia – SCDO Geriatria, AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano. Al centro del suo intervento gli approcci farmacologici per la cura delle demenze.
I tipi più comuni di demenza:
- Il morbo di Alzheimer rappresenta la forma più comune di demenza
- Demenza vascolare
- Demenza da corpi di Lewy (DLB) è una forma di demenza che condivide alcune caratteristiche della malattia di Alzheimer e di Parkinson
- Demenza fronto-temporale è una forma di demenza che coinvolge i lobi cerebrali frontali e temporali ed è caratterizzata da alterazioni comportamentali, emotive e del linguaggio.
Le differenti aree coinvolte nella demenza:
- Lobo frontale: pianificazione, organizzazione, attività di apprendimento, regolazione del comportamento, avvio e interruzione di azioni, personalità
- Lobo parietale: ricordare la sequenza di azioni, senso del corpo, calcoli, costruzione della frase, problemi di interpretazione delle informazioni visive, ad es. riconoscere le persone, localizzare oggetti
- Lobo occipitale: informazioni di processo su colore, forme e movimento
- Lobo temporale: ricordare gli eventi recenti, apprendere nuove informazioni, memoria visiva (volti), memoria verbale (nomi), attenzione.
I pazienti con demenza sono diversi tra loro, ma i farmaci variano poco a seconda delle fasi di malattia.
Gli approcci farmacologici per le demenze è curare la malattia, ritardare la progressione, trattare i sintomi primati e secondari. Ma il problema della terapia farmacologica è che ci sono quattro farmaci (donepezil, galantamina, rivastigmina, memantina) per una sola patologia in pazienti eterogenei. In particolare donepezil, galantamina e rivastigmina sono raccomandati per il morbo di Alzheimer da lievi a moderati, mentre la memantina è una opzione per persone con morbo di Alzheimer da moderato a severo.
Trattamento dei sintomi non cognitivi
Disturbi comportamentali
- Prima di iniziare con approcci farmacologici o non farmacologici per l’ansia nei pazienti affetti da demenza, valutare in maniera strutturata le possibili cause del disagio e gestire quelle ambientali.
- Prescrivere farmaci antipsicotici ai pazienti affetti da demenza solo se sono a rischio di danneggiare sé stessi o gli altri o sperimentano agitazione, allucinazioni o deliri che provocano un grave disagio.
- Nella terapia con antipsicotici utilizzare la dose minima efficace e continuare per il più breve tempo possibile e rivalutare il paziente almeno ogni 6 settimane per verificare se la terapia è ancora necessaria.
- Interrompere il trattamento con antipsicotici se il paziente non ottiene un chiaro beneficio dall’assunzione continuativa del farmaco.
Insonnia
- Non prescrivere melatonina per gestire l’insonnia nei pazienti affetti da malattia di Alzheimer.
Ansia e depressione
- Non prescrivere antidepressivi di routine per il trattamento della depressione lieve-moderata nei pazienti affetti da demenza lieve-moderata, tranne quando sono indicati per un grave problema di salute mentale pre-esistente.
- Considerare trattamenti psicologici per i pazienti affetti da demenza lieve-moderata con depressione o ansia di intensità lieve-moderata.
La terapia con anticolinesterasici è generalmente indicata nelle fasi precoci o moderate di malattia. La memantina trova indicazione nelle forme più severe. L’approccio farmacologico va valutato non solo sulla base della severità di malattia, ma anche sull’efficacia. I sintomi non cognitivi si presentano maggiormente nelle fasi più avanzate, quando spesso il paziente richiede anche l’istituzionalizzazione. La dieta mediterranea può essere considerata una terapia valida nel paziente istituzionalizzato con patologia severa.