Il Consiglio dei Ministri ha approvato una delibera che autorizza il ministero della Salute ad adottare il decreto ministeriale sui nuovi standard per l’assistenza territoriale.
Cosa prevedono i nuovi standard per l’assistenza territoriale?
Vengono definiti degli standard che dovranno essere rispettati in ogni regione. Il Distretto sanitario sarà il fulcro del sistema, al cui interno rivestirà un ruolo fondamentale la Casa della Comunità dove i cittadini potranno trovare assistenza h24 ogni giorno della settimana. A coordinare i vari servizi presenti nel Distretto vi saranno poi le Centrali operative territoriali.
All’interno del Distretto vi saranno poi gli Ospedali di Comunità con un forte assistenza infermieristica e saranno decisivi per la presa in carico dei pazienti nelle fasi post ricovero ospedaliero o in quei casi in cui vi sia la necessità di una particolare assistenza vicino al domicilio del paziente.
Quali sono gli standard per il territorio?
Il Distretto costituisce il centro di riferimento per l’accesso a tutti i servizi dell’ASL e permette l’integrazione tra le diverse strutture sanitarie, in modo da assicurare una risposta coordinata e continua ai bisogni della popolazione, l’uniformità dei livelli di assistenza e la pluralità dell’offerta. Il Distretto garantisce inoltre una risposta assistenziale integrata sotto il profilo delle risorse, degli strumenti e delle competenze professionali per determinare una efficace presa in carico della popolazione di riferimento. Al fine di svolgere tali funzioni la conoscenza dei bisogni di salute della popolazione di riferimento risulta centrale e rientra pertanto tra le attività del Distretto che avrà compito di committenza, produzione e garanzia dei servizi.
Ecco gli standard del Distretto:
– in media un Distretto ogni circa 100 mila abitanti;
– almeno 1 Casa della Comunità hub ogni 40.000-50.000 abitanti;
– Case della Comunità spoke e ambulatori di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta tenendo conto delle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio al fine di favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso, in particolare nelle aree interne e rurali. Tutte le aggregazioni dei MMG e PLS (AFT e UCCP) sono ricomprese nelle Case della Comunità avendone in esse la sede fisica oppure a queste collegate funzionalmente;
– almeno 1 Infermiere di Famiglia e Comunità ogni 3.000 abitanti;
– almeno 1 Unità Speciale di Continuità Assistenziale (1 medico e 1 infermiere) ogni 100.000 abitanti;
– 1 Centrale Operativa Territoriale ogni 100.000 abitanti o comunque a valenza distrettuale, qualora il distretto abbia un bacino di utenza maggiore;
– almeno 1 Ospedale di Comunità dotato di 20 posti letto ogni 100.000 abitanti;
L’Ospedale di Comunità è una struttura sanitaria di ricovero breve che afferisce alla rete di offerta dell’Assistenza Territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, con la finalità di evitare ricoveri ospedalieri impropri o di favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio.
Standard:
– almeno 1 Ospedale di Comunità dotato di 20 posti letto ogni 100.000 abitanti.
– 0,4 posti letto per 1000 abitanti da attuarsi in modo progressivo secondo la programmazione regionale.
– Standard minimo di personale per 1 Ospedale di Comunità dotato di 20 posti letto:
7- 9 Infermieri, 4-6 Operatori Sociosanitari, almeno 1-2 unità di Altro personale sanitario e un Medico per almeno 4,5 ore al giorno 6 giorni su 7.
È previsto che, nell’ambito del PNRR, per la metà del 2026 siano attivi oltre diecimila posti letto negli Ospedali di Comunità/Cure intermedie.