Il mondo della sanità sta diventando sempre più aperto all’innovazione e allo sviluppo tecnologico. Tra le varie domande che affollano il panorama del settore ci si chiede cosa sia il nuovo paradigma One health digital e quali siano le implicazioni per i grandi attori che decidono di innovare nel settore, soprattutto per le nuove Centrali Operative Territoriali.
Lo analizziamo con Fulvio Bovard, Amministratore Delegato di Advenias.
Quali sviluppi per il settore sanitario del domani?
Il settore della Sanità sta vivendo un momento di forte cambiamento generale.
La pandemia ha reso ancora più evidenti alcuni aspetti critici di natura strutturale del Sistema Sanitario. Tra i molti ambiti spicca la scarsa integrazione tra servizi ospedalieri e servizi territoriali ed è proprio in questo contesto che si inseriscono le misure e gli obiettivi del PNRR per una sanità moderna e di prossimità.
Come il PNRR influenza l’ecosistema sanitario attuale?
Gli elementi di maggior rilievo e sui quali è fondamentale insistere, per assicurare al cittadino una più efficace integrazione tra tutti i servizi presenti, sono le misure previste dalla Missione 6 – componente 1 del piano, che intendono rafforzare le prestazioni erogate sul territorio.
Gli impegni economici del PNRR vanno visti in un’ottica ampia: sanità, welfare, transizione ecologica e digitalizzazione non sono compartimenti stagni, ma un programma organico per rivedere il nostro modello di sviluppo sociale, prima ancora di un programma economico e operativo.
Progettare una sanità sostenibile vuol dire prendersi cura nel senso più ampio del termine. Si parte dai soggetti fragili, ovviamente, e a essi si aggiungono i caregiver, i professionisti sanitari, i tecnici e altro ancora. Così la nozione di prendersi cura si amplia, sino ad arrivare a concetti di sviluppo sociale ed economico, culturale e tecnologico.
Il piano PNRR prevede la creazione di strutture e presidi territoriali e il loro potenziamento – come le Case e gli Ospedali di Comunità e le Centrali Territoriali, ma anche il rafforzamento dell’assistenza domiciliare e la spinta verso la digitalizzazione dei processi, unita ad una maggiore interoperabilità tra i sistemi.
Il tutto portando avanti un nuovo modello di assistenza territoriale One Health Digital.
Se ne parla molto nel settore, cosa vuol dire One health digital ora?
Il concetto della One Health Digital nasce prima come One Health, ovvero di una salute globale per tutti. Per molti anni rimane un termine circoscritto al mondo animale e all’ambito dell’alimentazione e nutrizione.
Oggi questo sistema è mutato. Mai come adesso la realizzazione del paradigma One Health deve necessariamente passare attraverso l’uso competente e consapevole delle tecnologie digitali – arrivando quindi al One Health Digital -, questo lo si nota soprattutto guardando alle evoluzioni introdotte sulle Centrali Operative Territoriali.
La COT è un servizio e un modello organizzativo innovativo che svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali.
Da un punto di vista operativo, la COT rappresenta il punto di raccordo, tra ospedale e territorio. Il suo compito è di gestire la presa in carico “protetta” del paziente, coordinando il suo transito dall’ospedale verso strutture intermedie, strutture di lungodegenza, l’assistenza domiciliare e sociale. Nello specifico, seguendo le linee guida Agenas [per “la definizione del modello organizzativo della COT e della relativa infrastruttura tecnico-informatica” ndr], i servizi proposti consentiranno l’implementazione dei casi d’uso tra ospedale e territorio, ma anche tra territorio e ospedale oltre che territorio e territorio. A questo si aggiunge l’attivazione del telemonitoraggio da parte del MMG.
Quali sono le sfide imminenti per le COT?
Occorre rendere interoperabili i dati raccolti dalla rete assistenziale come le aziende sanitarie, le COT, gli ospedali di comunità, ma anche le RSA, i presidi ambulatoriali e molto altro. Al pari ci si deve chiedere: come vengono gestiti quei dati? Come si scambiano e riorganizzano? Come si tutelano?
Serve lavorare per nuovi sviluppi applicativi per la gestione della Centrale Operativa Territoriale (COT) ovvero il centro di coordinamento della presa in carico, che rappresenta il punto di raccordo tra ospedale e territorio.
Servono soluzioni integrate che comunichino attivamente e in maniera immediata con i sistemi anagrafici dei pazienti e la sincronizzazione con i gestionali terzi. Per questa ragione sul nostro software continuano aggiornamenti costanti di aggiornamento per le richieste regionali specifiche. Recentemente per esempio abbiamo migliorato – in termini funzionali – due moduli applicativi di Advenias Care destinati alla gestione dei processi di Case e Ospedali di comunità e dell’Assistenza domiciliare integrata, adeguandoli alle linee guida Agenas.
Come aggiornare il proprio approccio a medio-lungo periodo?
Il primo a dover cambiare è il mindset dei decisori.
Serve cogliere le nuove implicazioni che il mondo interconnesso impone ed equilibrare le necessità operative con quelle tecnologiche e di sviluppo. Occorre focalizzarsi su una logica olistica, che alcuni chiamano “eco-centrica”. Lavorare a livello di comunità e non di singolo cittadino: una salute dell’ecosistema che coinvolge istituzioni, scuole, amministrazioni, strutture sanitarie e privati.
Bisogna riunire lo scollegamento tra territorio e sanità per rispondere ai crescenti bisogni della salute attraverso l’uso intelligente del digitale, realizzando prodotti scalabili e accessibili.
Soprattutto però, serve aumentare la capacità di raccogliere i dati e di attribuire loro un significato coerente, per usarli nel gestire le scelte e gli sviluppi futuri della struttura. Ben inteso che qui per risorse intendo tanto quelle umane, soggetti in grado di leggere correttamente i dati, quanto fisiche, programmi che possano effettivamente raccogliere dati statistici interessanti e integrabili.
Quali obiettivi a venire?
In conclusione, il nostro welfare deve virare verso un modello integrato e digitalizzato, incentrato sulle necessità di assistenza e cura della persona, flessibile al cambiamento della domanda e interconnesso sul territorio e nella società. Il mio suggerimento è quindi di lavorare sempre più in una connected care, termine che prendo in prestito dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano.
Dal 2022 con Advenias abbiamo deciso di focalizzare e indirizzare gli sforzi produttivi e organizzativi su questo fronte intercettando gli attuali fabbisogni descritti nel DM 77/2022. A oggi i risultati di queste modifiche sono molto incoraggianti, la nostra digitalizzazione della Ulss 2 Marca Trevigiana è divenuto un caso d’interesse nazionale, tanto da essere selezionato come intervento dell’edizione 2023 per l’AWS Public Sector Symposium di Roma, incontro esclusivo gestito da Amazon Web Service.
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Parliamo di COT in una pagina dedicata, qui. Mentre vi invitiamo a partecipare al nuovo Forum Non Autosufficienza 2023.